Paolo Monti e Modena / 1973-2023

una città nelle fotografie di Paolo Monti, cinquant'anni dopo

agenda di paolo monti dell'agosto 1973
La pagina dell'agenda di Paolo Monti del 5 Agosto 1973 - clicca per ingrandire

Il rilievo del centro storico di Modena

Paolo Monti arriva a Modena per dare il via alla campagna fotografica sul centro storico il 5 Agosto del 1973.

Già nel 1971, a seguito del lavoro svolto per l'IBC e del censimento fotografico del centro storico di Bologna, attraverso l'interessamento del dott. Lo Savio, che dal 1976 al 1983 sarà presidente dell'Istituto per i Beni Culturali della regione, si prospetta per Monti la possibilità di svolgere una analoga campagna di rilevamento sul centro storico di Modena. Nel corso del 1972 il fotografo sarà già impegnato sul territorio modenese, chiamato dall'amministrazione provinciale a documentare le valli dell'appennino. Alla primavera del 1973 risalgono i primi contatti ufficiali dell'amministrazione comunale modenese con Paolo Monti, con la richiesta da parte dell'assessore all'urbanistica Pietro Guerzoni di un preventivo per il "censimento fotografico" del centro storico.

Il 14 di Maggio, Paolo Monti invia per lettera la sua risposta a Guerzoni, prospettando due possibili modalità di svolgimento del lavoro: una di minima, costituita da 1.000 immagini, e un'altra di più ampio respiro, costituita da 1.500 fotografie che, secondo l'intento di Monti, avrebbero permesso una conoscenza più approfondita dell'oggetto della ricerca. Nel caso il rilievo avesse poi dovuto includere, come suggerito dall'allora capo dell'Ufficio Tecnico Comunale arch. Caruso, il rilievo di interni delle abitazioni del centro, Paolo Monti prospetta poi la necessità di ampliare ulteriormente il numero delle immagini da produrre, arrivando ad includere circa 2.000 immagini in bianco e nero e 300 diapositive a colori.

Paolo Monti a Modena, foto di Pino Guidolotti
Paolo Monti in Rua Pioppa - fotografia di Pino Guidolotti

In allegato alla lettera di risposta indirizzata all'assessore, Monti invia il suo preventivo per la realizzazione della campagna fotografica di rilievo del centro storico. Nell'ipotesi di minima le immagini in bianco e nero, stampate in formato 24x30, costeranno 3.600 lire ognuna, mentre per le diapositive a colori, previste in numero di 200, si prospetta una spesa unitaria di 1.600 lire. Nel caso dell'ipotesi di rilievo più ampia, per le 500 riprese in bianco e nero aggiuntive, il preventivo di Monti prospetta un costo unitario di 3.000 lire, mentre le ulteriori 100 diapositive verrebbero a costare all'amministrazione modenese 1.300 lire ognuna.

Il 18 di maggio, l'assessore all'urbanistica, dott. Pietro Guerzoni, comunica a Monti che la giunta comunale ha discusso il suo preventivo e che ha deciso di accettare il programma di rilevamento più ampio, affidando il coordinamento dell'operazione all'assessore ai servizi culturali prof. Alessandro Magni.
"Consideri quindi senz'altro che questa estate faremo il rilevamento e La prego quindi di tenere il tempo a disposizione per Modena." conclude Guerzoni.

Il 4 di Settembre, a rilievo già effettuato, la giunta municipale presieduta dal sindaco Germano Bulgarelli, preso atto che "non è disponibile alcun rilievo fotografico sistematico e sufficientemente preciso dello stato urbanistico ed architettonico del centro storico di Modena" e dato atto che "una documentazione in tal senso costituisce materiale di base sia per la programmata indagine sui beni culturali del Comune di Modena, sia per lo studio dei piani particolareggiati del centro storico", delibera ufficialmente di accettare il preventivo di spesa per complessivi 6.384.000 lire, comprensivi di IVA al 12%, e di affidare a Paolo Monti l'incarico per il rilevamento fotografico del centro storico di Modena. [1]

Il 27 dicembre 1973, Paolo Monti scrive all'assessore ai servizi culturali Alessandro Magni, comunicandogli di avere spedito per corriere tutte le fotografie del centro storico a completamento dell'incarico affidatogli. Le diapositive a colori sono 500, le stampe in bianco e nero in formato 24x30 cm sono invece 1.724.
Il fotografo tiene a precisare che "il Comune di Modena dispone così di 200 diacolor e 224 foto bianconero in più senza alcuna spesa".

Camminare e fotografare (con un leone notturno)

Il fotografo Pino Guidolotti, che nel 1973 in qualità di assistente ha accompagnato Paolo Monti nel rilevamento fotografico del centro storico di Modena, ricorda che "Monti in realtà non aveva bisogno di un assistente, gli piaceva camminare leggero, con due o tre corpi macchina Nikkormat che portava al collo e gestiva lui. Non aveva bisogno di qualcuno che gli cambiasse gli obiettivi, ma gli piaceva avere qualcuno con cui parlare, pur essendo nella vita di tutti i giorni una persona riservata e taciturna. Camminando si parlava di tutto, spesso di cinema.

Quando Monti fotografava una parte di città non partiva con un piano preciso o una mappa, gli piaceva avere una sua autonomia, camminare e fermarsi a raccogliere le immagini che il suo occhio allenato e metodico gli presentava sul momento. Faceva al massimo due scatti dello stesso soggetto. A Monti l'amministrazione comunale aveva lasciato una totale libertà su cosa e come fotografare. Le uniche persone dell'amministrazione che lo accompagnavano erano spesso una coppia di vigili urbani che avevano il compito di controllare che le auto in sosta fossero state effettivamente rimosse dalla zona che Monti doveva riprendere.
Monti aveva un rigore totale nella esecuzione del lavoro e lavorava velocemente, spesso la pausa pranzo si riduceva a un toast e a un bicchiere di vino bianco consumati nel primo bar disponibile, per non sentirsi pesanti, diceva Monti.

Ai tempi del primo rilievo del centro storico di Bologna aveva inizialmente provato ad utilizzare un banco ottico Linhof, ma aveva scoperto presto che per condurre una campagna simile era necessaria una maggiore agilità e aveva presto ripiegato sulle camere Nikon 35mm riprendendo a mano, senza cavalletto, utilizzando un esposimetro Lunasix in luce riflessa. Fondamentale per il rilievo dei centri storici era stata l'ottica decentrabile 35mm della Nikon, con la quale sono realizzate la quasi totalità delle riprese, fatta eccezione per qualche immagine realizzata con un obiettivo 105mm. Utilizzava principalmente film Ilford Fp4. Le stampe finali erano fatte a Milano, dallo stampatore Giorgio Boschetti, e spesso ritoccate dalla signora Monti con un pennellino e le aniline.
A volte ci fermavamo a dormire in un hotel su corso Vittorio Emanuele II, che alle spalle aveva i giardini pubblici, e di notte si sentiva ruggire il leone che all'epoca viveva ancora in una gabbia all'interno dei giardini".

Oggi, a cinquant'anni di distanza da quell'esperienza, con questo progetto vogliamo riportare lo sguardo sulla città →→